Alimentazione

SALTARE IL PRANZO FA DIMAGRIRE?

Dimagrire, un obbiettivo per molti, ma raggiunto e, soprattutto, mantenuto, per pochi.

In realtà, gli studi ci dicono che il problema non consiste nel calo ponderale in sé, ma piuttosto:

raggiungere l'obbiettivo prefissato (quanto dimagrire);

snellire i punti giusti (dimagrimento localizzato);

non recuperare tutto o parte dell'adipe smaltito (effetto yo-yo).

In merito alla zona di interesse, purtroppo, nessuno ha il potere di localizzare il dimagrimento – né con la dieta, né con l'esercizio.

 

In merito all'obbiettivo e all'effetto yo-yo, tutto gravita intorno alla modalità scelta, ovvero al sistema dietetico adottato.

Questo perché, per quanto dimagrire sia semplice e logico – è sufficiente impostare un bilancio calorico negativo, ovvero mangiare meno di quanto si consuma – risulta molto difficile "azzeccare" una tecnica sostenibile nel medio e lungo termine, che sia anche educativa.

Saltare i pasti ad esempio, è una scelta fatta da molti, che porta a risultati abbastanza rapidi, ma che è destinata prima o poi a fallire.

Il pranzo è tra i pasti che, statisticamente, vengono saltati più spesso.

Vediamo perché non fare questa scelta e quali conseguenze può portare.

Saltare il pranzo: …e tu che scusa hai?

Le giustificazioni più frequenti di chi salta il pranzo sono: "non ho tempo di mangiare", "non ho tempo di prepararlo", "non so come conservarlo", "non ho fame".

Vediamo ora quali sono le soluzioni più semplici:

un pranzo equilibrato può essere anche anticipato o posticipato rispetto all'orario classico 12:00-14:00;

un pranzo equilibrato può essere anche prêt-à-porter;

un pranzo equilibrato può essere anche veloce e semplice da confezionare (pane, pesce o carne in scatola, verdura cotta);

un pranzo equilibrato non dev'essere necessariamente abbondante o completo. D'accordo che, mediamente, occupa il 40% delle calorie giornaliere; ma, bilanciando gli altri nella giornata, questo può tranquillamente risultare sottodimensionato rispetto alla norma.

Con queste considerazioni non intendiamo demonizzare chi sente di "non potercela fare", o che "sceglie di non farcela", ma offriamo semplicemente degli spunti per migliorarsi.

Infatti, se hai perso qualche chilo saltando il pranzo ma, ad oggi, la lancetta della bilancia si è fermata, significa che consapevolmente o inconsciamente ti sei "adattato".

Ricorda: non esiste una sola strategia vincente; anzi, più spesso, i migliori risultati si ottengono cambiando metodo al bisogno.

Un buon dietista può aiutarti a garantire questa mutevolezza positiva e redditizia anche nel medio e lungo termine.

Saltare il pranzo fa male?

Di solito, assolutamente no! O quantomeno, non nelle persone sane che non hanno particolari necessità nutrizionali.

Lo abbiamo detto, non è "logico" farlo. Ma bisogna anche essere onesti: saltare il pranzo non porta né al blocco del metabolismo, né a complicazioni di altro genere.

Diverso è per chi mostra un'ipersensibilità di qualche genere, o una condizione patologica o anche solo parafisiologica disagevole. Ad esempio, non dovrebbero saltare il pranzo:

Chi soffre di pressione bassa o ipotensione;

Chi soffre di una precaria gestione glicemica (ipoglicemia);

Chi soffre di più condizioni che portano a debolezza, come l'anemia;

Chi soffre di acidità di stomaco e/o gastrite, perché avere lo stomaco continuamente vuoto può dare sintomi di reflusso gastroesofageo e/o bruciore;

Chi deve fronteggiare prestazioni atletiche prolungate (ad es. corsa di fondo, ciclismo, nuoto ecc.) o sforzi lavorativi intensi, senza la possibilità di spezzare la fame;

Chi segue una terapia dietetica già ipocalorica, che non prende in considerazione di saltare un pasto;

Gravide, nutrici, bambini piccoli, anziani (soprattutto sarcopenici);

Affetti da disturbi del comportamento alimentare.

Non sarà che stai tentando il digiuno intermittente?

Il digiuno intermittente o controllato è una strategia di dimagrimento che si basa sull'astensione dal cibo in una determinata finestra temporale, più o meno ampia.

Il digiuno intermittente, però, non funziona senza un'adeguata programmazione.

Per quanto i suoi sostenitori vogliano promuoverlo come un metodo "che non prevede di contare le calorie", in realtà, senza valutare il bilancio calorico, anch'esso fallirà.

Questo significa che, per farlo funzionare, bisogna anzitutto stabilire la finestra di digiuno.

Se si intende saltare il pranzo, potrebbe essere: dalle 8:00 (dopo colazione) fino alle 20:00. In tal caso il rapporto è di 12:12. È possibile farlo anche dalla cena del giorno prima, ma si tratta di una versione abbastanza estrema e non adatta ai neofiti – perché il digiuno è una capacità allenante.

In secondo luogo, è determinante identificare il proprio apporto normocalorico. Se proprio non si intende rivolgersi a un professionista, questo dato può essere ottenuto con una semplice prova: segui una dieta "regolare" per una settimana, monitorando il peso sia all'inizio che alla fine. 

Nel caso sia rimasto invariato, hai seguito una dieta normocalorica.

Se invece sei dimagrito… continua così! Lascia perdere l'intenzione di saltare il pranzo.

A questo punto puoi tentare di saltare il pranzo, verificando nuovamente dopo 7 giorni l'effetto di questo intervento. Se non sei dimagrito, o non è successo in maniera consistente, vuol dire che hai adattato gli altri pasti all'appetito. Quindi, hai saltato il pranzo per niente!

Se sei calato, fai attenzione al "quanto". Perché tagliare l'apporto energetico del pranzo è, in genere, davvero eccessivo; se poi consideriamo che il digiuno intermittente esclude anche gli spuntini prima e dopo, arriviamo facilmente al 50% delle calorie totali.

Ragioniamo sul fatto che una decurtazione energetica sostenibile nel medio e lungo termine si attesta intorno alle 350-500 kcal. Per gli obesi non a rischio, al massimo il 30%.

Il 50% è quasi il doppio del limite massimo considerato valido per gli obesi non complicati. Pertanto, è il caso di arricchire la colazione e la cena, ma secondo misura.

Conclusioni

Saltare il pranzo è, di solito, una tecnica di restrizione calorica.

Non esistono scusanti valide nella maggior parte dei casi, se non l'intenzione di calare di peso.

Non tutti possono fronteggiare un intervento dietetico simile, ed è spesso il caso di rivolgersi a un dietista.

Se vuoi farlo da solo, presta attenzione, perché in genere saltando il pranzo e gli spuntini adiacenti si esegue una restrizione calorica debilitante, insostenibile e quindi da evitare.

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